Vitamina D: può davvero prevenire l’influenza?

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Vitamina D: può davvero prevenire l’influenza?

La vitamina D è una sostanza sintetizzata dalla pelle grazie all’esposizione ai raggi del sole e assunta in piccola parte attraverso alcuni alimenti. Benché sia conosciuta soprattutto per il ruolo che gioca nello sviluppo osseo e nel mantenere le ossa sane e forti, una sua carenza è dannosa anche per il sistema immunitario. Livelli troppo bassi di vitamina D, infatti, lo rendono meno efficiente, esponendoci maggiormente al rischio di infezioni, come può accadere con il virus dell’influenza o del Covid-19. Anche se gli studi in merito al ruolo della vitamina D nella prevenzione dell’influenza hanno dato per il momento risultati contraddittori, resta il fatto che questo micronutriente è coinvolto in molti processi fisiologici, compresi quelli che ci permettono di avere difese immunitarie efficienti.

Cos’è la vitamina D

La vitamina D è un pro-ormone liposolubile, ciò significa che, una volta sintetizzata dalla pelle o assunta attraverso gli alimenti, viene immagazzinata nel fegato e rilasciata in piccole quantità al bisogno.

Esistono due tipologie di vitamina D:

  • D2 o ergocalciferolo, che è ottenuta attraverso l’alimentazione e corrisponde a circa il 10-20% del nostro fabbisogno;
  • D3 o colecalciferolo, che è sintetizzata dalla pelle grazie all’esposizione ai raggi UVB del sole e corrisponde a circa l’80-90% del nostro fabbisogno.

Una volta sintetizzata dalla pelle o assorbita dall’intestino, una proteina la trasporta attraverso il sangue verso il fegato, dove viene attivata e diventa disponibile per il fabbisogno dell’organismo.

La vitamina D attiva, o calcitriolo, assolve a numerose funzioni, fra cui:

  • favorire l’assorbimento del calcio e del fosforo, importanti per lo sviluppo e la densità ossea;
  • mantenere nella norma i livelli di calcio nel sangue;
  • favorire il normale funzionamento del sistema immunitario.

La vitamina D non serve quindi solo a mantenere le ossa sane e forti e a prevenire osteoporosi e fratture, ma è coinvolta in molti altri processi dell’organismo. Una sua carenza, infatti, può renderci più vulnerabili agli agenti patogeni e maggiormente predisposti a sviluppare malattie autoimmuni.

Carenza di vitamina D

Il fabbisogno giornaliero di vitamina D è in media compreso fra 25 e 40 ng/ml. In alcune fasi della vita, poi, come la gravidanza, l’allattamento e la menopausa, il fabbisogno è maggiore e in generale aumenta con l’età.

Si parla di una carenza di vitamina D quando la sua biodisponibilità (cioè la quantità presente nel corpo e disponibile per i vari processi in cui è coinvolta) è inferiore a 12 ng/ml anche se questo dato può variare sensibilmente in base a vari fattori, come età e peso corporeo.

La carenza di vitamina D è diffusa a livello globale ed è causata principalmente da una scarsa esposizione al sole e da alcune patologie. Può causare sintomi come dolore osseo e muscolare, stanchezza, fragilità ossea e muscolare.

Come abbiamo visto, la fonte principale di vitamina D sono un tipo di raggi solari, gli UVB, mentre le fonti alimentari sono relativamente poche e coprono solo una piccola parte del nostro fabbisogno giornaliero.

Per quanto riguarda l’esposizione al sole, se in alcuni paesi (come quelli del Nord Europa) la carenza di vitamina D è dovuta a un’effettiva mancanza di luce per molti mesi all’anno, nella maggior parte dei casi è il poco tempo trascorso all’aria aperta la causa: basti pensare a chi lavora in un ufficio o ai bambini e ragazzi che preferiscono giocare in casa piuttosto che all’aperto.

A questo si aggiungono abitudini alimentari scorrette: nonostante la fonte principale di vitamina D sia il sole, e la dieta da sola difficilmente ne apporta un quantitativo sufficiente, non dovrebbero mai mancare gli alimenti che ne sono ricchi, come latticini, uova, pesci come salmone e merluzzo.

Vitamina D e sistema immunitario

La vitamina D ha un ruolo all’interno del sistema immunitario, oltre ai compiti fondamentali per il benessere di tutto l’organismo; in particolare, è anche grazie alla vitamina D che si attivano le cellule deputate al riconoscimento e alla neutralizzazione di agenti patogeni.

La vitamina D, quindi, garantisce il normale funzionamento del sistema immunitario e della risposta infiammatoria.

Gli studi in merito hanno rilevato un collegamento fra la carenza di vitamina D e:

Dall’altro lato, però, non è ancora chiaro il ruolo della vitamina D nella prevenzione di queste patologie; sono stati condotti più studi in questo senso, anche in relazione alla pandemia di Covid-19, visto che una carenza della vitamina predispone a infezioni respiratorie acute, ma i risultati circa una sua integrazione a scopo preventivo o curativo non sono al momento soddisfacenti e conclusivi, tranne nei casi in cui serve per colmare un’effettiva carenza; resta comunque ancora molto da capire sul suo funzionamento e sui suoi effetti.

Vitamina D e influenza

Gli studi in merito al ruolo della vitamina D rispetto a infezioni virali, come l’influenza e il Covid-19 hanno dato risultati contraddittori: se una carenza è associata a queste patologie, dall’altro lato non sembra che abbia un’azione direttamente preventiva o curativa, anche quando viene integrata.

Livelli di vitamina D nella norma non avrebbero quindi un effetto direttamente protettivo, ma sarebbero espressione di uno stile di vita più sano, che si traduce in un corretto funzionamento del sistema immunitario e corrisponde a una minore incidenza di influenza, infezioni respiratorie acute, cioè quelle patologie che possono essere correlate a una carenza di vitamina D.

Per assicurarsi un apporto adeguato di questa vitamina, è importante quindi trascorrere del tempo all’aria aperta, avendo cura di prendere alcuni accorgimenti, come esporsi al sole al mattino e nel tardo pomeriggio, con l’uso di creme solari e tenendo sempre in considerazione l’età e il fototipo.

Per quanto riguarda la dieta, non solo deve comprendere alimenti che contengono vitamina D (latticini, uova, pesci grassi, come abbiamo visto), ma si dovrebbe evitare anche l’abuso di alcol, che, insieme alle sostanze stupefacenti e ad alcuni farmaci, favorisce una dispersione di questa vitamina. Al contrario di altre, però, la vitamina D è relativamente stabile al calore e non si altera durante la cottura.

Infine, bisogna ricordare che la vitamina D non agisce da sola, ma in sinergia con altri macro e micronutrienti (come vitamine A, C, E e sali minerali come zinco, selenio, potassio): l’alimentazione dovrà quindi essere sana ed equilibrata, così come il proprio stile di vita. Laddove questi accorgimenti non sono sufficienti, il medico potrà consigliare un integratore per il sistema immunitario.

 

Bibliografia

Vitamina D – AIFA
Vitamina D – Airc
Vitamina D – Ministero della Salute
COVID-19 e vitamina D, bassi livelli di quest’ultima possono contribuire ad aggravare la prognosi – Istituto Superiore di Sanità
Study confirms vitamin D protects against colds and flu – The Harvard Gazette
Z. Zhu, X. Zhu, L. Gu, Y. Zhan, L. Chen, X. L, “Association Between Vitamin D and Influenza: Meta-Analysis and Systematic Review of Randomized Controlled Trials”, Frontiers in Nutrition, 7 Gennaio 2022
W.B. Grant et all., “Evidence that Vitamin D Supplementation Could Reduce Risk of Influenza and COVID-19 Infections and Deaths”, Nutrients, 2 Aprile 2020

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