L’antibiotico abbassa le difese immunitarie?

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L’antibiotico abbassa le difese immunitarie?

Gli antibiotici sono farmaci essenziali e spesso necessari nel trattamento delle infezioni. Sebbene siano fondamentali per la nostra salute, il loro uso può comportare alcune controindicazioni, specialmente se impiegati in modo non corretto o per periodi prolungati. La consapevolezza e l’uso corretto degli antibiotici permettono inoltre di mantenere un sistema immunitario efficiente.

A cosa servono gli antibiotici?

Gli antibiotici sono una classe di farmaci di fondamentale importanza; la loro storia inizia nel 1928 con la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming. Sebbene studi precedenti, condotti anche da ricercatori italiani, avessero esplorato le proprietà delle muffe, fu infatti Fleming a perfezionare l’uso della penicillina alla fine degli anni ’30, rivoluzionando il trattamento delle infezioni batteriche.

Il ruolo primario degli antibiotici è quello di impedire la proliferazione dei batteri o di neutralizzarli. A seconda del loro meccanismo d’azione, vengono classificati come batteriostatici, se impediscono la crescita dei batteri, o battericidi, se li uccidono direttamente.
Questi farmaci sono quindi indispensabili nel trattamento di infezioni di tipo batterico che il corpo potrebbe non essere in grado di superare autonomamente, come infezioni urinarie serie o polmoniti. Se, per esempio, accusiamo improvvisamente un mal di gola, non significa necessariamente che serva l’antibiotico: questo sintomo, infatti, può essere semplicemente la conseguenza di un raffreddore o dell’influenza, infezioni di tipo virale su cui gli antibiotici non hanno alcuna efficacia.

Antibiotici e sistema immunitario: quale legame?

L’intestino umano ospita una straordinaria varietà di batteri e altri microrganismi, noti nel loro insieme come flora batterica o microbiota intestinale. Questo ecosistema complesso si sviluppa fin dalla nascita, ereditando inizialmente il patrimonio batterico dalla madre e modellandosi ulteriormente con la prima alimentazione, come l’allattamento al seno. Un modello simile è costituito dai batteri “buoni” presenti nella bocca e nel canale vaginale.

Questi batteri benefici con la loro presenza contrastano la proliferazione di microrganismi potenzialmente nocivi. Nel contesto intestinale, aiutano a preservare l’integrità della mucosa, che funge da barriera protettiva contro patogeni e sostanze tossiche. Il corretto funzionamento di questo meccanismo contribuisce a un sistema immunitario sano e reattivo.

L’assunzione di antibiotici, in particolare quelli ad ampio spettro, può causare uno squilibrio nella popolazione di questi utili microrganismi. Gli antibiotici, infatti, non discriminano tra batteri nocivi e utili, riducendo o eliminando popolazioni batteriche che sono essenziali per la salute intestinale e, di conseguenza, per il sistema immunitario. Questo effetto è particolarmente evidente in caso di trattamenti prolungati con antibiotici, che possono rendere l’organismo più vulnerabile a infezioni e ridurre la sua capacità di risposta immunitaria.

Antibiotico-resistenza, un problema collettivo

L’antibiotico-resistenza è una sfida sanitaria globale che deriva dall’uso improprio di questi farmaci, sia nell’ambito umano che in quello veterinario. I microrganismi che ci infettano, infatti, esposti ripetutamente agli antibiotici, hanno sviluppato una capacità di resistenza attraverso meccanismi di adattamento.

Questo fenomeno è divenuto un problema di salute pubblica, perché alcune malattie sono diventate più difficili da trattare, soprattutto in gruppi vulnerabili come gli anziani o in ambiente ospedaliero. Basti pensare che nel 2022 oltre un milione di persone nel mondo è deceduto per conseguenza di un ceppo batterico che era divenuto resistente.

Ecco perché gli antibiotici vanno usati solo quando strettamente necessario e sotto prescrizione medica. Anche se un antibiotico è stato efficace in passato o è disponibile a casa, non deve essere riutilizzato autonomamente per una nuova infezione, neppure se questa assomiglia alla precedente. Questo vale sia per gli adulti che per i bambini. Inoltre, è importante completare l’intero ciclo di trattamento prescritto e non interrompere l’assunzione del farmaco solo perché i sintomi sono scomparsi.

Integratori utili dopo gli antibiotici

A volte, l’uso di antibiotici è inevitabile per il trattamento di infezioni serie; sono strumenti fondamentali per la guarigione ma possono avere delle conseguenze. Tra i principali effetti c’è la disbiosi intestinale, che può manifestarsi con sintomi quali diarrea e gonfiore addominale. In questa situazione, gli integratori probiotici possono essere molto utili nel ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Oltre a ciò, durante e dopo un trattamento antibiotico, può emergere la necessità di supportare il sistema immunitario, indebolito sia dalla malattia stessa sia dagli effetti degli antibiotici. Integratori specifici per le difese immunitarie, contenenti ingredienti come le vitamine A e C e minerali importanti come lo zinco, possono essere di grande aiuto nel favorire il corretto funzionamento del sistema immunitario. Un ulteriore supporto può provenire poi dalle vitamine del gruppo B, i cui livelli possono diminuire durante la terapia antibiotica.

Per prevenire le malattie rimane essenziale prendersi cura del proprio sistema immunitario, lavarsi frequentemente le mani e condurre uno stile di vita sano. Con questi accorgimenti, insieme a un uso responsabile degli antibiotici e a un’integrazione mirata post-terapia, si possono evitare fastidiose complicazioni.

Bibliografia

Antibiotici – SIF Magazine
Gli antibiotici: cosa sono e a che servono – ISSalute
Antibiotici – AIFA
Antibiotico-resistenza nel settore umano – Ministero della Salute
Rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia-2021” – AIFA
Effetti dei diversi antibiotici sul microbiota intestinale – Microbioma
Dughera L., Microbiota intestinale, probiotici e benessere, Pacini Medicina

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