Una tosse insistente, accompagnata dalla presenza di secrezioni nasali, potrebbe essere il segnale di pertosse nel bambino. Si tratta di una malattia respiratoria contagiosa che è bene saper riconoscere.
Cos’è la pertosse
La pertosse è un’infezione delle vie respiratorie causata da un batterio, il Bordetella pertussis, che può colpire a tutte le età ma che si rivela particolarmente pericoloso per i bambini molto piccoli e i neonati, che possono più facilmente andare incontro a complicanze. La pertosse è tra le principali cause di tosse persistente nei bambini e talvolta è così violenta da portare al vomito.
In che modo i bambini prendono la pertosse?
La trasmissione della pertosse avviene attraverso:
- contatti ravvicinati: goccioline di saliva emesse con tosse o starnuti;
- condivisione di spazi chiusi: la trasmissione è più probabile in ambienti affollati e poco ventilati;
- contatto nella fase iniziale (catarrale): la malattia è più contagiosa nelle prime settimane, quando i sintomi sono lievi e simili a un comune raffreddore.
Il batterio Bordetella pertussis, infatti, non riesce a sopravvivere a lungo al di fuori del corpo umano, ma è estremamente efficace nel diffondersi se si sta vicini a una persona infetta, specialmente in ambienti chiusi. Dopo l’esposizione al batterio, il periodo di incubazione corrisponde a circa 10 giorni, ma può estendersi anche oltre.
I sintomi della pertosse nei bambini
Non sempre è facile riconoscere la pertosse e distinguerla da una comune tosse da influenza, specialmente nella fase iniziale. Nelle prime una o due settimane, infatti, i sintomi della pertosse sono solitamente lievi e possono comprendere tosse con produzione di catarro, leggera febbre, naso che cola, insieme a una sensazione generale di malessere. Trascorse le prime due settimane, la tosse diventa intensa e caratteristica, con attacchi improvvisi, ravvicinati e con il tipico sibilo inspiratorio chiaramente udibile. Questa fase può presentarsi in maniera diversa da bambino a bambino, con alcune differenze tra bambini vaccinati e non vaccinati oppure in base all’età.
In questa fase, detta parossistica, gli attacchi di tosse possono essere così forti da portare al vomito e non di rado rendono difficile per il bambino alimentarsi. Altri sintomi della pertosse in questa fase possono includere apnee, un colore bluastro delle labbra (per mancanza di ossigeno), sangue dal naso ed emorragie congiuntivali.
In maniera graduale, poi, gli episodi di tosse si riducono, ma la malattia può durare anche diverse settimane, tanto che nel gergo popolare è anche chiamata la “tosse dei 100 giorni”. Durante il recupero, è fondamentale monitorare il bambino, specialmente se molto piccolo, perché potrebbero subentrare ulteriori infezioni.
Sebbene caratterizzata da sintomi talvolta molto specifici, la diagnosi della pertosse deve essere fatta dal medico pediatra, che potrà prescrivere delle analisi di laboratorio per isolare il batterio responsabile dell’infezione attraverso un tampone.
Qual è la cura per la pertosse nei bambini?
Il trattamento della pertosse si basa sull’uso di antibiotici, che riducono la contagiosità e prevengono ulteriori complicanze, soprattutto se somministrati nelle fasi iniziali della malattia. Per i neonati, il ricovero in ospedale è spesso necessario per monitorare la respirazione e prevenire episodi di apnea.
La persona infetta deve essere isolata per almeno cinque giorni dall’inizio della terapia antibiotica per limitare la diffusione del batterio. Anche i familiari stretti possono ricevere antibiotici come profilassi post-esposizione.
È fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra per il dosaggio e la durata del trattamento antibiotico. Inoltre, poiché gli antibiotici possono influenzare l’equilibrio del microbiota intestinale, è importante sapere cosa dare ai bambini dopo l’antibiotico per aiutare il recupero.
Sostenere il sistema immunitario dei bambini
Prima, durante e dopo la malattia, è importante sostenere il sistema immunitario dei bambini, che possono così trovarsi pronti a fronteggiare le infezioni più comuni. Per farlo, non va mai trascurato il ruolo di una dieta equilibrata, che apporti i nutrienti necessari e in particolare che sia ricca di vitamine e minerali che contribuiscono al normale funzionamento del sistema immunitario, come la vitamina C e la vitamina D. In questo contesto, l’uso di integratori per le difese immunitarie dei bambini può essere un valido supporto. Evitare poi in maniera assoluta il fumo passivo: tra i suoi numerosi effetti nocivi, ricordiamo che può irritare le vie respiratorie e indebolire le difese naturali. Per l’attività del sistema immunitario, inoltre, è sempre bene garantire un riposo adeguato: il sonno è fondamentale per la prevenzione ma anche per il recupero dalla malattia.
Come prevenire la pertosse?
Il vaccino contro la pertosse è il metodo più efficace per prevenire la malattia. Fa parte del ciclo vaccinale obbligatorio e viene somministrato nei primi mesi di vita in combinazione con altri vaccini che proteggono da difterite e tetano. La protezione tende a diminuire con il passare del tempo, perciò bisogna assicurarsi che il bambino sia sottoposto ai dovuti richiami.
Un’altra misura preventiva, utile per limitare il rischio di contrarre anche altre serie infezioni, è evitare che persone sintomatiche entrino in contatto con il bambino, specialmente se si ha a che fare con un neonato. Non dimentichiamo mai che il loro sistema immunitario deve ancora incontrare e imparare a contrastare molti patogeni che per noi sono più facili da combattere.
Bibliografia
Pertussis in Children – Johns Hopkins Medicine
La pertosse – Società Italiana di Pediatria
Pertosse nel bambino – Ospedale Bambino Gesù